DAZI E RIPRESA: LA SFIDA ECONOMICA DELLA CINA
- Gabriele Tufi
- 11 feb
- Tempo di lettura: 2 min

Mentre gli Stati Uniti tornano a giocare la carta dei dazi, la Cina si trova davanti a un bivio economico. Se da un lato le nuove tariffe rappresentano un ostacolo, dall’altro Pechino ha diverse frecce al proprio arco per trasformare questa sfida in un’opportunità. Il Dragone, che negli ultimi anni ha mostrato segni di rallentamento, potrebbe persino trarre vantaggio da questa guerra commerciale, se saprà giocare le sue carte nel modo giusto.

La strategia cinese: investimenti, moneta e innovazione
Un primo strumento su cui il governo di Xi Jinping può contare è l’aumento degli investimenti pubblici. Pechino ha già mostrato in passato di saper stimolare l’economia attraverso colossali progetti infrastrutturali. Strade, ferrovie ad alta velocità, ponti e nuove megalopoli digitali sono da sempre il motore della crescita cinese. Ora, con l’inasprimento della guerra commerciale, il governo potrebbe accelerare ulteriormente questi investimenti per sostenere la domanda interna e ridurre la dipendenza dall’export verso gli Stati Uniti.
Ma c’è un’arma ancora più potente nelle mani di Pechino: la politica monetaria. Uno Yuan più debole renderebbe i prodotti cinesi ancora più competitivi all’estero, neutralizzando in parte gli effetti delle tariffe statunitensi. E qui si apre un altro scenario interessante: la Cina potrebbe scegliere di stampare moneta per stimolare l’inflazione interna, che oggi si attesta su livelli preoccupantemente bassi (0,1% nel 2024). Una spinta inflazionistica potrebbe ravvivare i consumi e ridurre, almeno in parte, la dipendenza dell’economia cinese dalle esportazioni.

Un panorama economico molto diverso dal passato
Ciò che rende la situazione attuale diversa rispetto al 2018, quando Trump introdusse i primi dazi contro Pechino, è proprio la condizione della Cina. Se allora il Dragone poteva contare su un’economia in piena espansione, oggi si trova a dover fronteggiare sfide più complesse: una crisi immobiliare che pesa sui bilanci delle famiglie, un calo della fiducia dei consumatori e una crescita rallentata rispetto ai fasti del passato. Tuttavia, proprio per questo, la reazione del governo potrebbe essere ancora più incisiva e mirata.
Un altro aspetto curioso riguarda la crescente dipendenza dell’Occidente dalla Cina in settori strategici. Se gli Stati Uniti impongono dazi sui prodotti tradizionali, come acciaio e semiconduttori, Pechino potrebbe rispondere con misure restrittive sull’export di terre rare, elementi fondamentali per la produzione di batterie, smartphone e tecnologie verdi. Non sarebbe la prima volta che la Cina usa questa leva, e potrebbe rivelarsi un’arma molto efficace.

I dazi alla cina: una minaccia o un’opportunità?
Paradossalmente, le nuove tariffe imposte da Washington potrebbero spingere la Cina verso un modello economico più sostenibile e meno dipendente dalle esportazioni. Un’industria sempre più focalizzata sull’alta tecnologia, una classe media in crescita e un maggiore consumo interno potrebbero rendere l’economia cinese più resiliente nel lungo periodo.
Tutto dipenderà dalle mosse del governo di Pechino. Se saprà giocare le sue carte con intelligenza, il Dragone potrebbe non solo superare la sfida dei dazi, ma addirittura uscirne più forte. E chissà, forse proprio la guerra commerciale voluta da Trump finirà per accelerare quella trasformazione economica che la Cina sta cercando da anni.
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