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IL TAGLIO DEI TASSI DELLA FED:ANALISI STORICA E CONTESTO

  • Immagine del redattore: Gabriele Tufi
    Gabriele Tufi
  • 28 set 2024
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 30 set 2024


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Contesto Storico: Aumento dei Tassi (2021-2023)


Alla fine del 2021, la Federal Reserve (Fed) si trovava di fronte a una delle inflazioni più alte degli ultimi decenni. Dopo anni di politiche monetarie espansive e tassi di interesse storicamente bassi (in parte per sostenere l’economia durante la pandemia da COVID-19), la ripresa economica post-pandemica e gli shock legati alle catene di approvvigionamento globali hanno causato una crescita rapida dei prezzi.


L’inflazione ha raggiunto livelli molto alti nel 2022, superando l’obiettivo del 2% della Fed, e ha spinto la banca centrale ad adottare una politica monetaria più restrittiva. La Fed ha iniziato una serie di aumenti aggressivi dei tassi d’interesse, alzandoli dall’area prossima allo 0% (dove erano stati mantenuti per diversi anni) fino a superare il 5% entro il 2023. L’obiettivo era frenare l’inflazione, riducendo la domanda aggregata, ma senza spingere l’economia statunitense in una recessione prolungata.


Impatto delle Adozioni di Politiche Restrittive


Gli aumenti rapidi dei tassi hanno avuto effetti significativi sull’economia. Da un lato, la Fed è riuscita non rallentare la crescita economica, e i tassi elevati hanno ridotto la spinta inflazionistica. Tuttavia, il costo del credito è aumentato significativamente, influenzando settori sensibili ai tassi come l’immobiliare, il mercato azionario e i consumi, rendendo i prestiti più costosi per aziende e famiglie.


La Fed ha affrontato la sfida di mantenere un equilibrio tra ridurre l’inflazione e non compromettere troppo la crescita economica. A metà 2023, vi erano segnali di un’inflazione in rallentamento, anche se restava superiore al target del 2%. Tuttavia, il rischio di una recessione è rimasto tangibile, con una crescita del PIL più moderata e un rallentamento nel mercato del lavoro.


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Finalmente il primo taglio


Nell’ultima riunione di Settembre, la Fed ha finito per fare le cose in grande tagliando di 50 punti base, ampiamente in linea con i prezzi di mercato, che si erano mossi anche guidati dalla “fuga di notizie” sul Wall Street Journal. Solo Michelle Bowman ha votato per meno di 25 punti base, e la reazione del mercato suggerisce che si è trattato di un caso di "compra le voci, vendi le notizie”.

I rischi sono ancora sotto controllo e le proiezioni economiche rimangono molto positive.

Da qui a fine 2025 gli analisti più aggressivi si aspettano circa 6 tagli da 25 punti base.

Il Principale fattore da attenzionare sarà il mercato del lavoro che darà input decisivi per effettuare tagli più o meno aggressivi.



Atterraggio morbido


Rimane l’ipotesi più probabile, stando ai dati che abbiamo ad oggi, quella di un atterraggio morbido dell’economia che dovrebbe evitare la recessione, purchè rimangano solide le prospettive sull’occupazione.

Tuttavia le valutazioni saranno da effettuare man mano che i dati si susseguiranno e rappresenteranno indicazioni preziose per investitori, mercato e soprattutto per la cara vecchia Federal Reserve.

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